RISORTA II
CAP. II
AL PROSSIMO CAP.
Il futuro non è solo un’incognita è anche
il sale che da sapore alla nostra fantasia!
Il
detective
Il giovane investigatore di fresca
nomina Anthony De Vincenzi sale le scale dell’ospedale Ucla Healthcare di Santa
Monica. Dall’andatura si direbbe
che non abbia fretta,
tanto sa che la vittima non andrà via e lui una volta su, non potrò fare granché
per lei, forse può solo prendere nota informandosi in che condizioni si trova la vittima direttamente
dalla bocca dagli addetti ai lavori.
Lui preferisce prendere le scale per
salire, un po’ perché fa moto, per altro per non sentire l’aria viziata degli
ascensori, principalmente quelli ospedalieri. Il detective appena ventiduenne,
dismesso i panni universitari per indossare, dopo pochi mesi, quelli dell’accademia
di polizia di Los Angeles. Finito il corso fresco di nomina viene trasferito al
distretto di polizia di Santa Monica dove attualmente presta servizio.
Del ricovero della ragazza trovata in mezzo
all’oceano da alcuni pescatori e da questi al guardia coste, che solertemente hanno portata al pronto soccorso dell’ospedale. E' stata
trasmessa anche alla polizia locale e da questi al distretto di competenza,
cioè il suo. Alle sei di mattino mentre era di servizio, era li li per finire
il turno e andare a casa, quando è arrivata l’informativa, cosa poteva
fare se non andare e fare quello per cui era pagato? Ma non sono questi
pensieri e propositi a muovere l’interesse del poliziotto a fare il suo dovere,
ma bensì l’alta stima che ha di se stesso, quella assimilata i tra le mura di
casa della sua famiglia. Insegnamenti che vengono da lontano, sia come spazio
temporale che come distanza chilometrica. La sua anima non ancora imbrattata dalle
brutture che l’esperienza di anni di servizio accumula. Non si rammarica del
supplemento extra orario di lavoro, non è la prima volta e, immagina, non sarà
l’ultima. Ma va bene così, se non fosse che dovrà assistere a qualche scempio
gratuito, causato da altrettanto scempio umano.
Quando arriva al reparto pronto
intervento la ragazza, a detto dell’infermiere di guardia, è ancora in sala
operatoria. Anthony s’appronta dal poliziotto di guardia che ha rimesso
l’informativa al distretto per avere le prime informazioni. Ma il poverino più
che ripetere quello già detto per telefono non può fare altro, può solo
aggiungere che il ricovero della ragazza ha fatto un’altra vittima. La nonna, la
quale appena ha visto le condizioni della nipote è stata colpita da un infarto.
Ora anche lei è sotto terapia intensiva. Anthony non può che prendere appunti
delle generalità sia della giovane che della nonna. Alla domanda dove sono i
genitori, il poliziotto riferisce: non sembra che ne abbia e, che ha riconoscerla
e stato l’autista, quello che guidava l’autoambulanza, un vicino di casa della
nonna. A riferito che la
ragazza vive con lei e da quello che si sa, non si conoscono altri parenti. Ad
Anthony De Vincenzi non rimane che aspettare finisca l’operato costruttivo dei medici in sala operatoria,
sperando nel buon esito.
Intanto chiede al collega di servizio se c’è qualche possibilità di bere un caffè caldo da qualche parte,
beninteso in sua compagnia. Con un sorriso amaro, pensa che se rimanesse da solo, correrebbe il rischio
d’addormen-darsi con la tazzina in mano.
Passano alcune ore prima che il dottore
operante esca dalla sala operatoria seguito dal codazzo di assistenti, non ha
sorriso sul volto, ma sembra soddisfatto del lavoro appena compiuto. Il primo
ad avvicinarsi a lui è Anthony, dopo essersi presentato mostrando il distintivo,
da bravo poliziotto aspetta che lui accenni qualcosa. L’emerito dottore in questione
Henry Dalton, non può che rivolgergli uno sguardo afflitto come chi ha or ora
assistito a un disgrazia. Al poliziotto non rimane rompere l’atmosfera un po’
pesante e chiedere, informarsi, come sta la ragazza.
“Dottore, la ragazza sta bene? Nel
senso non è in pericola di vita, se la caverà?”
Il dottore lo guarda compiaciuto con un
accenno di un mesto sorriso prima di rispondergli.
“Mi fa piacere che la polizia come
prima cosa s’informa della salute della vittima. Ero abituato a sentirmi
interpellato, su chi è stato e perché. Per quando riguarda la salute della
ragazza, sarebbe un eufemismo di cattivo gusto dire che sta bene, diciamo che
l’operazione è riuscita e che fra non molto fisicamente si riprenderà. Ma non
giurerei la ripresa sulla stessa velocità per la guarigione psichica. Quella ragazzina,
ha passato il momento più brutto della sua giovane esistenza che, in futuro, difficilmente
dimenticherà. Quegli inetti disgraziati animali, perché non sono umani, le hanno
rovinata la vita come persona e come donna. Perciò caro detective cerchi di
fare il possibile per arrestare e togliere dalla circolazione chi ha commesso
questo abbominio verso una fanciulla nel fiore della vita. Perché se non fosse
stata pescata in tempo da quei due pescatori andando a sbattere sulla fiancata
della loro barca, non sarebbe mai giunta a riva; per cui deve la vita a quel
vecchio e al suo ragazzo e, diciamolo pure, al caso”.
È più che commosso il medico nel
pronunciare queste ultime parole, avviandosi verso il suo daffare non sempre di
suo gradimento, scodinzola la testa in cenno dissenso poi prosegue il suo cammino verso un lavoro che, a
volte, si vorrebbe non fare per non vedere casi come questi, cosa sono capace di
fare certi uomini.
Il poliziotto guarda il dottore allontanarsi,
non può non meravigliarsi, sta pensando che per commuovere un medico di una
certa età, abituato a vederne di tutti i colori tutto il santo giorno e per
tutti i mesi dell’anno, la ragazza deve essere conciata propri male. Sta ancora
guardando il medico e il suo staff quando esce, passandogli di lato, la
portantina spinta da due paramedici, l’inferma, come si può immaginare è ancora
sotto anestesia. Anthony si accoda al mesto corteo fino alla camera dove viene
alloggiata dagli addetti.
L’inferma viene sollevata dai due
paramedici con delicatezza dalla portantina e messa accuratamente sul letto. Anthony
guarda, sentendosi fuori luogo, i due paramedici senza sforzo la ragazza e
sistemare lei e i vari tubi con efficienza e garbo nel lettino. Non può fare
altro che assistere muto alla scena, guardando il viso tumefatto di Charlize
Cooper, è così che si chiama la fanciulla. Nonostante tutto, quel viso ha un
che di nobile fierezza. Chissà perché, ma Tony pensa che la disgrazia
capitatogli non scalfirà il carattere della giovane. Dopo essersi assicurato
che l’inferma resterà almeno per quarantottore in coma farmacologico, pensa che
sia ora di mettere anche il suo corpo in coma, di sonno arretrato però.
Il giorno successivo è di nuovo
all’ospedale al capezzale della ragazza. Non vuole che quando aprirà gli occhi
non trovi nessuno accanto a lei, è il suo primo caso piuttosto importante. Ma
quello che più lo spinge, è arrestare chi ha commesso quel crimine odioso. Nei
brevi ritagli di tempo, che non è all’ospedale, si informa telefonicamente
dello stato della ragazza, nel mentre cerca di venire a conoscenza come c’è
finita in mezzo all’oceano. Dopo quattro giorni è lì ancora ai piedi del letto
della ragazza. Purtroppo non ha potuto appurare come c’è finita nelle acque dell’oceano Pacifico, l’unica
informazione a riguardo la potrà dare solo lei. Ora seduto ai piedi del letto, legge
una rivista lasciata lì da qualcuno prima e, forse, con maggior apprensione di
lui, non era in servizio ma lo stesso vuole esserci quando lei aprirà gli occhi.
Quando finalmente la ragazza si sveglia
non trova il viso dell’infermiera che le sorride, non sa dove si trova e perché, è intubata con un ago
infilato nel braccio. Prima di potesse
accorgersi della presenza del poliziotto pensava di essere sola, ma il cigolio
di una sedia le fa girare lo sguardo alla sua destra, è lì, un giovane quasi appisolato
sulla sedia di lato del letto,
si vede che la lettura l’annoiava, stringe tra le mani una rivista medica. Lei
non può muoversi né parlare, aspetta. Infatti il giovane come avesse percepito
il suo risveglio, apre gli occhi, cade quasi nel scattare in piedi come una
molla. Mortificato per non essersi accorto subito del risveglio della ragazza, la
guarda quasi co timore con capo chino. Allo stesso tempo anche lei non può che
guardare lui essente l’unico presente. Lo guada come se aspettasse da lui un
chiarimento. Si sta chiedendo chi è e perché il giovane è lì ai piedi del suo
letto, non lo conosce. Visto l’espressione interrogativo sul volto della
giovane, il poliziotto non sa che pesci pigliare, emozionato e impacciato
ancora intontito dal brusco risveglio. Riavutasi dalla sorpresa trova la favella
indispensabile per salutare, il miglior modo per rompere il cosiddetto ghiaccio.
“Buon giorno signorina Cooper”.
Non c’è tempo perché lei possa dare una
risposta, se mai ce ne fosse stata una. La scena muta viene interrotta dal vociare
dell’infermiera che appena entrata e dopo aver visto la ragazza riavutasi, con
un tono di voce tra l’allegro e spensierato, almeno così sembra, saluta a modo
suo.
“Buongiorno Sirenetta, bentornata tra
noi umili terrestri”.
Anthony
guarda l’infermiera con curiosità, non sa se è incosciente oppure è
brava nel cercare di sdrammatizzare l’atmosfera greve dovuta dalla circostanza.
Lei invece non perde tempo chiama il medico di turno con il cerca persona, il
quale non si fa attendere, nello spazio di un minuto è lì con il solito staff
al seguito.
I dottori sorridono fiduciosi al
risveglio della ragazza, ma non possono giurare lo stesso su quello della
nonna, omettono informare la giovane nipote le condizioni della signora. Lo
faranno con cautela quando si riprenderà del tutto, nella speranza possa
assimilare l’infausta notizia senza ulteriori problemi per lei. Perché oltre
allo stato della nonna, hanno ben altro inconveniente da comunicargli, per
quando riguarda il suo stato postoperatorio. Cose complesse non facile da spiegare dovranno
farlo con molto tatto quando si riprenderà, e con l’aiuto di un buon psicologo. L’inferma per
tutto il tempo che il chirurgo parlava, non ha fatto altro che muovere
lentamente la testa per confermare la sua attenzione nei riguardi del dotto,
dando di sottocchio una sbirciatina al giovane sconosciuto, che ora vede più
che impacciato per la presenza del professore e dello spiegamento dei giovani apprendisti
stregoni. Difatti il detective visto la sua inutilità tra i presenti si porta
nel corridoi aspettando buono, buono il suo turno, dopo aver chiesto il
permesso al professore. È lì che trova il detective De Vincenzi il professionista, appoggiato al
muro del corridoio fuori aspettare, lui deve fare il lavoro che gli compete,
porgere alla vittima alcune domande. Il dottor Dalton non è d’accordo almeno
per ora, la giovane non è in grado ancora di subire un interrogatorio, forse
domani, se tutto va bene. A nulla valgano le insistenza del poliziotto, il dottore e categorico, la ragazza è
ancora in pericolo di vita, ha perso molto sangue, quasi al limite di
sopportazione, è viva per miracolo e lui non proscioglierà la diagnosi
se prima non è matematicamente sicuro che la fanciulla è fuori da ogni rischio,
una ricaduta le sarebbe letale.
Dopo due giorni d’attesa finalmente Anthony ha
il beneplacito dal dottore. Prima però il Dotto ha tenuto a precisare che la
giovane è ancora debole per cui non può sottoporsi a un interrogatorio
estenuante, perciò non deve durare più di dieci minuti, per ora, e che siano
tassativamente dieci, se avrà altro da sapere potrà farlo il giorno dopo e
sempre non più di dieci minuti. La ragazza almeno per altri quindici giorni
deve essere lasciata riposare per riprendersi velocemente. Deve tutto alla sua
costituzione fisica da atleta, se
è ancora tra i vivi e vegeti.
Del
resto è questa l’impressione data dall’inferma, che ancora non riesce
connettere, dove e perché si trova nel letto di un ospedale. Finora la giovane
non aperto bocca e ha guardato stupida i presenti senza proferire una sola parola anche alla richiesta del
dottore se capiva dove si trovava non avuto risposta, sembra non capisca almeno
questa è l’impressione data. Gli sguardi che si scambiano i medici dice molto,
la ragazza non è ancora in grado di intendere, non sembra sia cosciente di
trovarsi in ospedale.
Invece non sanno che in quel preciso momento la ragazza è
pienamente consapevole di quello che gli è successo e a tal riguardo ha i suoi
buoni motivi a far credere agli altri che lei non si è ripresa per niente.
La sua mente è ben sveglia, già lavorava
a pieno ritmo ancora
prima di aprire gli occhi, ha memoria di tutto, di come è iniziato e di come è
finita la sua storia, ma è determinata a portare avanti un suo piano ben
preciso; vendicarsi. Per cui sa cosa dovrà dire e cosa omettere, ma questo dopo
che avrà rimuginato il piano in tutti i suoi particolari, ora non deve
commettere errori. Intanto l’investigatore pensa sia giunto il momento di fare alcune
domante d’obbligo.
Ha atteso fin troppo, e troppe volte è tornato
a mani vuote al distretto, è ora
di dare il via alle indagini.
Assicurato
il professore che si atterrà alle disposizioni mediche, Anthony si avvia ad
entrare e presentarsi all’inferma per quello che è.
“Signorina Cooper sono l’investigatore
Anthony De Vincenzi della polizia di Santa Monica, le sembrerà inopportuno dato
le sue condizioni, ma purtroppo necessita che gli faccia alcune domande. Mi
dispiace sottoporla e farle ricordare il trascorso di quella brutta notte, ma come
può immaginare la giustizia deve seguire il suo corso per poter mettere le mani
su chi si è macchiato di questo odioso crimine. Prima veniamo a conoscenza dei
fatti più probabilità abbiamo di arrestare i responsabili, è questo che lei, è noi, vogliamo,
togliere dalla circolazione pericolosi individui ”.
Charlize guarda quel simpatico
poliziotto che si rivolge a lei con molta delicatezza, è tentata aver fiducia,
se non altro per premiare la sua attesa. Nella normalità sicuramente l’avrebbe
fatto. Ma ha fatto una promessa, ha giurato a se stessa ed
è determinata portare avanti l’intento. Per cui continua a guardare il
poliziotto scodinzolando la testa.
Poi dopo alcuni secondi, che al poliziotto
sembrano un lasso di tempo infinito, sente un filo di voce venire da chissà
dove, appeno udibile, come se non fossero le sue labbra a fare uscire il suono della voce, più che
la bocca ad Anthony sembra che a trasmettere quello che lui ode, siano gli
occhi. Grandi in un viso smunto
dalla sofferenza patita, intensi per l’intelligenza, luminosi perché
febricitante.
“Mi dispiace ma non posso esserle
utile, non so a cosa lei fa riferimento, come non so perché mi trovo in
ospedale dolorante di postoperatorio, per qualcosa che mi è capitato o fatto,
ancora non ho cognizione di cosa sia successo per trovarmi qua, non so che
altro dire”.
Il poliziotto rimane attonito dopo aver
sentite queste parole, è evidente che la ragazza ha un vuoto di memoria. almeno
questo è quello che il comportamento della ragazza lascia intendere. Anthony non
vede ne ha nessun motivo di dubitare di quello che la vittima afferma. Perché poi
dovrebbe dubitare della veridicità di una dichiarazione della vittima di un aggressione così brutale? Che poteva
addirittura essere letale per lei? Ecco perché continua a chiederselo, però non
è convinto del tutto, una punta di dubbio c’è! Non lo sa perché ma il suo
istinto e lo sguardo della fanciulla pongono il sospetto che lei in qualche
modo stia mentendo. Occhi troppo espressivi e intelligenti che nulla hanno in
comune di chi non è cosciente di del proprio stato. Non sapendo che altro dire,
dopo essersi scusato con la giovane, reputa necessario parlare immediatamente
con il dotto professor Dalton. Ma
il medico non gli è di nessuno aiuto, non può che assentire quali
possono essere le condizioni psiche/fisiche della ragazza, è una possibilità
esistente e le parole della ragazza lo confermano. È possibilissimo che lei non
ricorda quello che gli è capitato, perché ha rimosso dalla mente un episodio
increscioso. L’impatto
emotivo ha provocato il rifiuto di una situazione sgradevole che lei non
avrebbe mai voluto accadesse ne partecipare. Ma questo lo dovranno appurare gli
specialisti del settore. Ci vorrà tempo e aiuto interno ed esterno, perché
possa ricordare e andare oltre quello che gli è capitato, non sarà facile, ma
visto l’età della ragazza è probabile che c’è la faccia. Solo il tempo e buoni
medici, potranno riportarla alla
normalità e fargli dimenticare quello che gli è capitato. Sentito il parere del
medico all’investigatore non gli rimane che contentarsi dell’analisi fatta dai
medici, per ora.
Commenti