LA DONNA DEI SOGNI (4)


Oggi cercheremo di conoscere meglio Platone, spero di non annoiarvi troppo.»

  Massimo sa di non aver fatto una buona cosa assegnando quel tema ai ragazzi, non ha diritto di entrare nel loro intimo. Sa bene che i sogni dei ragazzi di quindici-sedici anni non sono gli stessi di quelli di un uomo di quaranta. Ciò non ha fermato la sua curiosità di sapere. È bramoso di avere conoscenza d’altri sogni, il desiderio è più forte della ragione. Ma si sente in colpa: non può profanare l’intimità di adolescenti, è una specie di abuso il suo.
 Sono passate le due di notte quando finisce di leggere l’ultimo tema. Sono quasi tutti uguali, l’amico più ricorrente è un animale. Nessuno di loro si sente tanto vicino ai genitori da catalogarli come amici. Sono giovani con abbondate testosterone represso. La rilettura non gli dà conforto. Senza entusiasmo beve un bicchiere di latte freddo per addormentarsi al più presto, sente in tutto il corpo una specie di febbre reumatica, quella che indolenzisce le ossa, che fa sentire una schifezza. Alla fine prende sonno.

  «Ciao Massimo.»

  «È la prima volta che mi chiami per nome, il tuo qual è?»

  «Effen è il mio nome, ti piace?»

  «Certo, mi sa tanto di esotico, suona bene però, Effen, Effen.»

  Continua a ripetere il nome per paura di dimenticarlo al risveglio. Nel frattempo lei ha calato giù le vesti denudando il magnifico corpo, poi si avvicina al letto, solleva le coperte e si adagia al suo fianco.

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