LA DONNA DEI SOGNI (5)
Immediatamente Massimo sente il corpo
rinvigorirsi, sono spariti i dolori, sente i muscoli reagire al suo contatto,
le braccia lo avvolgono in una stretta quasi soffocante, si chiede come fa una
bella e fragile donna ad avere tanta forza.
«Allora non è vero che era un mio bisogno il
desiderio di averti, io stasera tutto pensavo tranne che stare qui con te, mi
sentivo una schifezza.»
«Ci sono tanti modi di desiderare, molti di
questi sono insospettabili.»
«Vorresti farmi intendere che sentirmi una
schifezza ha evocato in me il desiderio di vederti?»
«Non è così semplice come vuoi farlo
apparire, devi ammettere che quando uno si trova nello stato in cui eri, il
minimo che possa fare è chiedere aiuto.»
«Sì, è vero, speravo in un sonno ristoratore per
rigenerare le mie stanche membra.»
«Non hai sperato solo quello, sii sincero,
hai sperato ben altro.»
Massimo non risponde, la sua mente è alla
ricerca di un labile ricordo, di un pensiero che lo avesse sfiorato per un istante.
Sì, Effen ha ragione, per un attimo, solo per un attimo, ha sperato di morire. Capitano
momenti di depressione quando ti vengono a mancare le forze per stanchezza
fisica o per malattia. Ma Effen come ha fatto a capirlo?
«Non crucciarti, ora sono qui ed è questo che
conta, vieni tra le mie braccia, farai un viaggio lunghissimo.»
Effen fa
seguire l’atto alle parole, aprendo le braccia per accoglierlo nel suo corpo. Sì,
Effen ha ragione, il piacere è così intenso da provocargli un dolore fisico,
poi una baluginante luce bianca lo costringe a stringere di più gli
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