STORIA DI CANI (7)
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lampo
di memoria si ricorda, il cane quando gioca con i ragazzi non lascia mai il
perimetro dei giardini, la sera prima, mentre lo seguiva, ha osservato che lui
era molto prudente, guardingo, nell'attraversare la strada, poi con due salti
raggiungeva l’altro lato. Per tutto il
resto del pomeriggio continua a lambiccarsi il cervello. Alla chiusura serale
guarda distratto il cane allontanarsi lentamente come fa tutte le sere,
d’istinto fa una cosa senza pensare.
Molto
tempo dopo si chiederà perché, quella sera, mentre il cane si allontanava gli
venne voglia di chiamarlo? Sta di fatto che lo fece, e lo chiamò! Al primo
richiamo il cane si blocca, il secondo si gira rizza le orecchie, scodinzola la coda, felice che qualcuno l’ha riconosciuto, gli corre incontro come si fa
con un amico.
<
Tommy, ehi Tommy, su bello vieni qua.> La bestiolina sembra pazza di gioia,
mugola, scodinzola riconoscente, come aver ritrovato una persona di
famiglia.
Lorenzo, sa, che quello che pensa non risponde ad una
logica, ma, essa, la “logica”, non sempre riesce a spiegare tutti i misteri di
questo nostro mondo, a lui piace pensare, che seguendo l’istinto, una volta
ancora ha ragione.
Da
quel giorno tutti chiameranno il cane Tommy, lui, il cane, sembrò avesse
acquisito, con il nome, nuove energie.
Dopo
avergli fatto le feste il cane riprende la sua strada, Lorenzo lo vede
allontanare chiedendosi se non ha preso un abbaglio. Il mattino dopo lo rivede
sotto la panchina mentre lui con l’auto si appresta a congiungersi alla
famiglia, per godersi le sue meritate ferie di quindici giorni. Ha evitato di
confidarsi con la moglie, non avrebbe potuto spiegare, per ora, perché e come,
quello che gli frullava nella testa.
Neanche
ai suoi vicini, per evitare che qualcuno potesse pensare fosse un pò svanito di
cervello.
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