I FINTI INNOCENTI!


E' difficile fare il mea culpa, ancor di più se questi è un politico.
Sentirli replicare a muso duro, a qualche malcapitato, che osa
affermare che son tutti ladri e disonesti, si scandalizzano, urlano!

Non le permetto di fare tutto un erba un fascio! Attaccano l'inter-
locutore che ha osato, che si è permesso, di pronunciarsi si fatto.

Come se il politico disonesto non fosse seduto allo stesso suo sc-
anno in parlamento, loro, quelli che non vogliono essere accomu-
nati al fascio d'erba marcia, fanno la difesa d'ufficio: fino all'ultimo
grado di giudizio, bisogna ritenerli innocenti.

Ben sapendo, che l'ultimo grado di giudizio della magistratura itali-
ana,è quella del Padreterno, per il tempo che intercorre tra il primo
ed il terzo grado di giudizio,(se tutto va bene).

Con mezzo parlamento, condannato, inquisito, sotto inchiesta, loro,
i finti innocenti, hanno ancora il coraggio di starnazzare, come oche,
la loro estraneità, l'ignoranza totale, di quello che fanno i colleghi se-
duti a loro fianco in parlamento.

Se così fosse, dovremmo considerare che questi non sono solo inno-
centi, ma sono del tutto inaffidabili nel compito loro assegnato. Se non
 riescono a capire che il vicino di banco gli sta sottraendo il portafoglio,
come possiamo affidare il paese nelle loro mani? 

A chi preferiscono essere accomunati se non ai disonesti: agli stupidi?
Agli sciocchi? Agli incapaci? Scegliessero loro la giusta definizione,
così da permettere agli interlocutori di non cadere in errore nel definirli,
DISONESTI!!  

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