L'ULIVO A CUI TENDEVO.............

Forse questa mia storia non interesserà nessuno.

Qualcun altro potrebbe obiettare, allora perché la racconti?
Perché mi piace ed è mia!

Quando ero piccolo abitavamo in una villetta con giardino, mio padre, ascendenza contadina, invece di ornare la piccola area di terra con piante fiorifere, come voleva mia madre, scelse per una via di mezzo, tante piante da fiori in vasi, siepi, rampicanti sui muri, questo per piacere mia madre, nel poco spazio libero pensò bene trapiantare piante da frutta, è così, con mio gran piacere, mi arrampicavo come un piccolo scimmiotto sui rami, del fico, del pero, del melo, è innanzi tutto su l’albero d’ulivo, lui era il mio preferito. Ho amato quell’albero a prima vista, posso assicurare che fu così, e non solo per me. Era rimasto un piccolo spazio davanti casa, di comune accordo i miei decisero che andava riempito con una bella pianta.

Come spesso accadde in ogni famiglia, ci furono molte divergenza coniugali, nella scelta di cosa dovevamo mettere nello spazio adiacente alla casa, un giorno partimmo alla ricerca, nei vari vivai della zona, di una pianta che potesse piacere a tutti. Dopo averne visitati più di uno mio padre ed io fummo folgorati, davanti a noi s’erigeva, magnifico, un ulivo, che da bambino non avevo mai visto così bello, stava in un grosso tino che superava la mia altezza, aveva un tronco non molto alto, i suoi grossi rami si diramavano in tutte le direzioni, sopra facevano da corona una nube di piccole foglie. Mio padre ed io rimanemmo incantati innanzi a tanta bellezza.

- Luca ti piace?
- È bellissimo Papà, peccato che è così grande, non possiamo portarcelo via.
- Non se né parla nemmeno, l’ulivo è sempre verde e tutto l’anno ci sono foglie da raccogliere, e poi è troppo grosso!
Mia madre fece sentire la sua voce, ed il parere, con molta veemenza.
- Cara il fatto che sia sempre verde non deve dispiacere, per le fogliame che cade, tutte le piante hanno il periodo delle foglie morte, lo dice anche la canzone, per quanto riguarda la grandezza è un problema che risolverà il signore qui presente, vero?
Il giardiniere, chiamato in causa a dare il suo parere, con sollecitudine non fece attendere la risposta.
- Non si preoccupi signora abbiamo i mezzi per spostare e trapiantare un intero palazzo, si figuri se ci fermiamo davanti ad un albero, e poi è da mettere in conto che potrebbe darvi un ottimo olio d’oliva.

Su questo punto è meglio sorvolare, perché a sei anni mi era difficile pensare e capire da quale punto dell’albero potesse uscire l’olio. Per convincerla, mia madre, papà dovette piegarsi a tutte le sue voglie di piantine, compreso una pianta grassa fatta di sole grosse spine, aveva degli aculei sembravano artigli di gatto, era tonta e paffuta, come un carciofo, copriva completamente il terreno dell’invaso cacciando fuori da esso solo gli affilati artigli, molto spesso ne ho assaggiato l’effetto, perché mia madre penso bene piazzarla sotto l’ulivo, disse, fa il paio.
Per il suo acquisto non fu rivelato la somma, mio padre si premurò tenerla nascosta alla mamma, me la riferì molti anni dopo, se l’avesse saputo mia madre non avremmo mai avuto l’ulivo davanti casa.

Ora d’anni né ho venti, non mi arrampico più su gli alberi, non perché ho vent’anni, ma perché non abitiamo più in quella casa, da più di un anno ci siamo trasferiti, per motivi di lavoro di mio padre, la casa è stata venduta, quello che siamo riuscito a portar via è stato fatto, il melo, il mandarino, il melograno e tutti gli invasi di mia madre.
Papà ed io sostammo a lungo davanti all’ulivo prima di andar via, mia madre ci ricordo di non dimenticarci di prendere la grossa piatta grassa. Dopo aver preso il grosso carciofo, ci distaccammo a malincuore dall’osservare il nostro magnifico ulivo. Ho saputo poi com’esce l’olio (dalle olive), ma non l’abbiamo mai fatto.

La nuova casa ha un giardino più piccolo, come per la vecchia casa è stato diviso il verde tra fiori e piante, hanno trovato posto il melograno, il melo e il mandarino, manca l’ulivo, per lui non è stato possibile trovarci una sistemazione, se fosse stato possibile trapiantarlo, cosa che dubito molto, papà l’avrebbe fatto senza nessun dubbio.
Certamente qualcuno dirà: perché lo vieni a raccontare dopo quasi due anni? Perché prima non potevo, non era ancora nato, per cui non sapevo.
Qualcun altro mi dirà: chi è nato? Piano amici miei, tutto a suo tempo!
Questa mattina, di buon’ora mio padre mi sveglia tirandomi letteralmente giù dal letto, mi sembrava un invasato tant’era la sua fretta.
- Luca, Luca, su vieni, c’è una sorpresa per te.
- Papà sono le sette, non potevi aspettare un’altra mezzora?
- Dai muoviti devo farti vedere qualcosa che ti farà piacere.
Lo seguo ancora mezzo assonnato, ieri sera, per meglio dire questa notte si è fatto un pi tardi per andare a letto. Papà è scomparso già dalla mia vista, seguo le sue orme che mi portano in giardino, l’unico posto sicuro di trovarlo, è fermo davanti al grosso carciofo, lo chiamo così quando non è nei paraggi mamma, intanto papà m’indica la grossa pianta grassa e sorride. Non sapendo perché sorridesse mi è venuto il dubbio che fosse andato fuori di testa, invece ero io che dormivo ancora perché alla fine visto il mio viso d’ebete, lui m’indica, toccandolo, un rametto uscire da sotto i grossi aculei della pianta, con stupore mi avvicino, ancora non capivo, questa volta papà me lo ha strillato nell’orecchio.

- Luca è il nostro ulivo!
- Il porco spino ha partorito il mio ulivo?
- Sì, è proprio così, il carciofo come tu lo chiami, ha voluto portarsi via il figlioccio, mettiamola così, dopo tanti anni insieme non ha voluto lasciarci senza un suo ricordo.
- Come farà ora a crescere, se lo trapiantiamo non correremo il rischio che possa morire?
- Non credo Luca, non lo dico perché sono un sentimentale, se la natura ha voluto seguirci non permetterà che muoia.
La piantina insieme al carciofo(la pianta grassa) fu meta di pellegrini, amici e famigliari, con mio padre che faceva orgogliosamente da cicerone.
Tutti ad affermare che meraviglia della natura, per poi predire: sarà un po’ difficile possa sopravvivere dopo il trapianto, chi diceva era piccola, chi grande, chi l’ulivo è una pianta difficile, ecc…ecc…
Papà dopo aver messo la mano in tasca, per pudore delle signore, sorrideva sornione dicendo, vedremo!

Volle che assistessi al trapianto, fu una vera cerimonia, con delicatezza, che mai sospettato che avesse, tiro la piccola pianticina da sotto la grossa pianta badando bene a non danneggiarla, precedentemente aveva fatto un buco, che lui ritenne sufficiente, ed adagiò il piccolo ulivo dentro, ricopri di terra e lo annaffiò abbondantemente.
Stemmo a guardare con soddisfazione l’opera, poi papà si curvo e tocco la foglioline come se volesse accarezzarle, dicendogli: non deludermi, auguri.
Il giorno dopo chiesi come andava il trapianto, mi rispose che si stava adattando alla nuova madre terra e che per ora aveva un po’ la testa giù. Per quasi una settimana papà ed io andavamo ad osservare il nostro amico ulivo, alla fine ieri sera al rientro a casa con mia gran meraviglia ho trovato papà ancora sveglio nonostante l’ora.
- Come mai ancora in piedi?
- Dovevo comunicarti la notizia.
- Che notizia, che successo?
- Non allarmarti, niente di grave, volevo assicurarti il piccolo c’è la fatto, e vispo come la madre, non quell’adottiva, la naturale.
La mattina prima che vado all’università passo da lui, l’ulivo, per vedere come va, mi accorgo sempre di più che va che è una meraviglia. Il giorno che mio figlio si arrampicherà sui suoi rami gli racconterò della sua storia. Ecco perché lo scritta.
Il dubbio rimarrà sempre! Quale? Mi dite come faceva a sapere l’ulivo che noi ci saremmo trasferiti?







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