LA PUBBLICITA', L'ANIMA DEL COMMERCIO?

Ha detto degli interessati, la pubblicità è l'anima del commercio.
Non si può dar torto hai commercianti, che non lo sia,
ma alle anime dei  consumatori e le loro tasche chi pensa?

Agli albori della televisione il commercio a gridato eureka!
è dire troppo, un sospiro di sollievo? Hanno pensato:
 questo è il nostro momento, ora o mai più!

Agli inizi, gli spot non erano cattivi, anzi, potremmo addirittura,
dire divertenti? Ma si diciamolo!

Dopo i Carosello si mandavano a letto i bambini,
era una forma di disciplina, i bambini sapevano
che dopo aver visto Calimero, il pulcino piccolo e nero,
dovevano andare a dormire, per buona pace dei genitori.

Non solo i piccini, guardavano Carosello, anche i grandi si
divertivano alle piccole storie, a volte comiche, divertenti,
avevano dei contenuti, credo di non esagerare, anche morali,
educativi.

Oggi assistiamo a della pubblicità principalmente diseducativa!
Un esempio per tutti.
Un ragazzo offre alla sua ragazza, gli ha appena detto di aver appetito,
quello che normalmente, si dovrebbe mangiare per una corretta e sana colazione,
lei che fà, preferisce il biscottino ricoperto di crema "alla" nocciola.

Un nostro vecchio genitore avrebbe detto alla figliola: il biscottino,
se proprio non ne puoi fare a meno, ti consiglio di mangiartelo dopo
aver fatto una sana e nutriente colazione con pane, salame e formaggio,
mettiamoci anche un frutto che non fa male.

Oggi la pubblicità non ha tempo di raccontare storie piacevole,
il tempo e denaro, non si vendono storielle pubblicitarie di tre minuti,
ci sono quelle da cinque, dieci venti e trenta SECONDI, non raccontino nulla,
solo una monotona cantilena del prodotto, quanto è bello, quanto è buono.

La pubblicità a impoverito i molti a beneficio di pochi.
Poche migliaia di addetti, nel campo pubblicitario,
portano un'enormità di utili a poche unità di persone.

Tutti sanno ormai,che chi opera nel campo pubblicitario,
fa soldi a palate, Berlusconi docet!

Il commercio scarica, dalle tasse, la pubblicità come costo di attività,
prima però, la caricato come spesa sul costo del prodotto,
alla fine chi paga è lo gnorri consumatore, che oltre a subirsi,
la pubblicità, deve per questa, pagare anche l'aumento del costo della vita.

Un romano de Roma credo che l'unica espressione che gli verrebbe da dì, è:
La pubblicità? E' l'animaccia dei mortacci tua e di tu nonna in carriola!!!


 

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