LETTERA AD UN AMICO

Caro  amico, dato che nella litiggiosita verbale non riusciamo ad esprimere un pensiero compiuto, cercherò, con modestia, per quel poco di capacità che ho di esprimermi, trovandomi tra le calde mura domestiche, di spiegare con calma perché non sono comunista , ne di destra ne di centro, tantomeno anarchico. Nelle righe sotto ho sintetizzato il pensiero di Marx, Hengel,e altri che la pensavano allo stesso modo. E non credo che il nostro amico comune abbia da spartire qualcosa dell'idea che Marx aveva della società.

Karl Marx dice:la vera risoluzione dell'antagonismo fra esistenza ed assenza, tra oggettivazione e autoaffermazione,tra libertà e necessità, tra individuo e la specie. La società comunista è"l'unità essenziale dell'uomo con la natura, la vera resurrezione della natura, il naturalismo compiuto dell'uomo e l'umanesimo compiuto dalla natura.
Il comunismo è un insieme di idee economiche, sociali e politiche, accomunate dalla prospettiva di una stratificazione sociale egualitaria, che presuppone la comunanza dei mezzi di produzione e l'organizzazione collettiva del lavoro. Tra i comunisti vi è una notevole varietà di interpretazioni, per lo più, ma non solo, da parte di marxisti, anarchici, cristiani e stalinisti.


Dallo statuto della Lega dei Comunisti.

« Il comunismo è la dottrina delle condizioni della liberazione del proletariato [cioè di] quella classe della società che trae il suo sostentamento soltanto e unicamente dalla vendita del proprio lavoro, e non dal profitto di un capitale.

Nel congresso londinese, la Lega dei Giusti assume il nome di Lega dei comunisti, mutando il motto Tutti gli uomini sono fratelli in quello di Proletari di tutto il mondo unitevi, proposto da Marx e divenendo di fatto il primo partito operaio moderno, il cui Statuto, al primo articolo, affermava che:

« Scopo della Lega è il rovesciamento della borghesia, il regno del proletariato, la soppressione dell'antica società borghese fondata sugli antagonismi di classe e l'instaurazione di una nuova società senza classi e senza proprietà privata. »

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Nel contesto in cui questi uomini promulgavano queste idee era una presa di coscienza che intellettualmente mal sopportava i soprusi di una nobiltà e una borghesia che rendeva schiavi le masse.

L'uomo si spezzava la schiena, nei campi dopo sedici ore di lavoro,senza nessun diritto. Lo stesso uomo poteva essere impiccato per aver cacciato, nella terra che lui coltivava per conto del signorotto, un coniglio o una beccaccia senza chiedere il dovuto permesso al suo Signore.

La presa di coscienza, della maggior parte della cultura europea, ebbe inizio, più di due secoli fa, con la rivoluzione francese, dove, come credo, Marx, Hengel ed altri abbiano considerato che non era più possibile che cento uomini dovessero lavorare per permettere ad un uomo di passare il suo tempo annoiandosi d'inedia.

Anche se credo, la società del proletariato fosse un'utopia. Allora per uscire dalla schiavitù anche un'utopia andava bene. Fu motivo molto valido per sollevare le masse contadine contro la borghesia.

Oggi parlare di comunismo è anacronistico, abbiamo baipassato la rivoluzione industriale, siamo in piena era dell'informatica e delle telecomunicazione. La fantasia ci fa conoscere i ribelli Robin Hood, Zorro, circoscritti in un lembo di terra di pochi chilometri Oggi un Bin Laden tiene sotto scacco l'intero mondo occidentale con la forza del terrore tramite le comunicazioni in tempo reale. Un tempo si pensava, in ottanta giorni, fare il giro del mondo, oggi un uomo può vedere sorgere due volte il sole in dodici ore. La fisica ci fa sapere che possiamo seguire l'evolversi in un tsumani, la caduta di una foglia da un continente all'altro.

L'uomo sta per esplorare l'incognito che lo circonda per dar risposta alla sua fragilità, orfano di un padre che mai si è mostrato.

In un mondo così ha ancora senso parlare di comunismo Marxista? Per alcuni paesi la Russia prima, la Cina dopo, è stata una necessità interna, governare un popolo usciti da una rivoluzione, paesi molto estesi, sovrappopolati, non era facile contenere la domanda che veniva dal basso, hanno dovuto usare mezzi che oggi riteniamo barbari.

Marx era in un contesto di società contadina dove cento,lavorando per sedici ore al giorno, producevano per uno, che non dava nessun apporto alla società, oggi un uomo lavora sei ore al giorno produce quanto cento uomini che lavorano sedici ore al giorno, siamo in una società dove la super produzione costringe a distruggere parte di quello che si è prodotto. Permettendo la morte, per fame, milioni di suoi simili.

Possiamo dire, sia il comunismo che il capitalismo hanno fallito?

A parer mio oggi non possiamo fare riferimento a nessuna ideologia che ci riporta ai secoli passato, non può essere la concezione della vita del ventunesimo secolo, ciò non toglie che molte dell'idee dei massimi filosofi del diciottesimo secolo sono sempre da prenderle in considerazione, perché sono le fondamenta del vivere civile.

Condividere i valori è auspicabile per una società civile anche se appartengono ad ognuno in base alla sua cultura, siano essi morali,etici, o religiosi.
Non si può pensare di risolvere controversie tra paesi con le guerre, ne discriminare chi non ha le tue stesse possibilità.

Questo e uno dei tanti motivi per cui non condivido la concezione, che ha la destra italiana, di una moderna società civile ed economica. Ci sono ancora delle barriere di opportunismo di classe sia a destra che a sinistra, il giorno che riusciremo ad abbattere queste barriere potremmo avere una società migliore, perché saremo capaci di scegliere meglio chi può governarci, senza che questi abbia appartenenza.

Non è la politica che forma gli uomini, sono gli uomini che hanno idee che fanno politica utile ad amministrare un Paese.

Le idee, quando sono utili alla collettività, non hanno appartenenza, sono di tutti, anche quando vestano di parte, servono a migliorare la società in cui viviamo.

Star dietro a un colore politico si fa il gioco di chi cerca promuoversi, di candidarsi a condottiero (oggi leader). Un popolo che guarda al futuro ,e vuole progredire, deve saper scegliere gli uomini con le idee giuste. Si può osare dire, i partiti sono fuori tempo? La globalizzazione li ha resi obsoleti?

Spero essere riuscito, a mio parere, cosa si è, senza appartenere a nessun colore politico. Avere cognizione di causa, vivere nell'attualità della società del ventunesimo secolo.



















































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