L'INDIGNAZIONE MINISTERIALE

Il ministro Maroni s'indigna perché qualcuno ha osato far trapelare che i tentacoli della piovra mafiosa s'estendono anche in Lombardia, e qualcuno potrebbe essere invischiato o colluso con detti elementi.

Un delinquente se non trova un altro delinquente nell'apparato dello Stato, non può fare i propri affari,dicasi lo stesso dell'ingordo delinquente che vive già con i soldi pubblici.

Il ministro Marconi s'indigna sapendo bene che già sono stati pescati con le mani nella marmellata degli amministratori della lega. Se ora il Ministro è pronto a garantire, accollandosi tutta la responsabilità, dell'immacolatezza dei suoi, pagando in prima persona per i suddetti amministratori, il Paese gli darà eterna riconoscenza.

Il ministro s'indigna senza documentarsi, se l'avesse fatto, avrebbe lette cose molto interessanti, nei rapporti dell'antimafia.

Il ministro non s'indigna che il suo partito, incominciando dal suo capo, hanno infiltrato, moglie, figli, cognati,cugini,nelle amministrazioni comunali, regionali e statali a spese della comunità.

Il ministro non s'indigna di far parte degli stessi ladroni, così definiva fino a poco tempo fa il governo di Roma.

Consiglerei al Ministro di non starnazzare troppo, in un confronto con chi gli può documentare di come stiamo messi tutti, compresi i suoi tanto amati leghisti, perderebbe molto di più che la faccia.

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