LETTERA AD UN LEGHISTA scritto da un terrone napoletano

Caro amico, ti sento tale perché come un amico cerco di capirti per farmi capire.

Quello che senti o dici in parte le condivido, sarebbe difficile non condividere una buona amministrazione della tua o della mia città o quella del NOSTRO PAESE!

Quello che mi rammarica, che voi per ottenere ciò che giusto, usate metodi che non si possono ritenere tali.
Mi spiego, un terrone non è, maleducato, ignorante, sporco, disonesto, perché è nato a Napoli,lo stesso lo si potrebbe dire per chiunque.

Il forte sdegno che provi per tutti i meridionali, seguente la logica della divisione del paese, ti porterebbe domani ad essere meridionale di qualcuno che sta più a nord di te.

Quelle terre che tu chiami tue, quelle terre pregne di sangue dei tuoi e dei miei avi, si è formato il nostro paese, non puoi chiedermi di dimenticarlo.
Oggi come ieri sono prondo a difenderle contro chiunque, anche contro un mio fratello.

Durante il servizio militare, ho trascorso la maggior parte di esso, a Palmanova, dove ho imparato ad amare i Friulani,mi fu data l'occasione di partecipare alle manovre militare d'estate sulla secca del Tagliamento e del Carso. Una sera ch'ero di guardia alla polveriera, andavo su e giù sui sassi della riva, avevo la sensazione di sentire voci che chiedevano aiuto, voci sommesse di dialetti, alcuni mi erono noti altri no, mi resi conto che stavo calpestando un suolo sacro, per me come per te.

Ti lamenti perché gli insegnanti, i militari, e altre categorie di statali sono meridionali, mio caro amico è stato una necessità del nord, per noi del sud l'unico modo per avere un lavoro era quello di studiare per fare concorsi pubblici o emigrare come manovale, il nord ha avuto bisogno degl'uni e degl'altri.

I giovani del nord sono stati poco propensi a perdere tempo a studiare, è stato facile, per voi, lavorare anche a quindici anni, con paga sindacale, mentre un quindicenne del sud faceva ancora in garzone di bottega come apprendista senza paga.

I diritti che ci vengono negati abbiamo pienamente ragione a chiedere che ci vengono riconosciuti, non è necessario, per questo, una veste verde, rossa, o gialla.

Credimi per un meridionale, come per chiunque altro, emigrante chiuso in una stanza poveramente ammobiliata, non passa una sera che non versa qualche lacrima di nostalgia, per i luoghi, per i cari, lasciati al suo paesello natio, perché farne una colpa?

Spero che questa mia ti faccia pensare.I tuoi avi hanno combattuto a fianco dei miei, perché non dovremmo combattere assieme per un paese più giusto?

Ti lascio con questo interrogativo, ti saluto con un abbraccio fraterno e caloroso.
Tuo affezionatissimo Terrone Napoletano.

Commenti

Post popolari in questo blog

Chi vuol esser lieto, sia, del doman non c'è certezza!