L'ultima arrivata (3 )
È così, dopo le incombenze serali, i denti, la pipì, e il bidè, ci siamo messi sotto le lenzuola. Non appena messo nel letto mi si stringe contro poggiando la testa sulle mie tette. « Che fai? Ascolti il mio battito cardiaco, ti posso assicurare che mi sento bene.» « Ti voglio bene, Femia » « Anch'io te ne voglio, Milena» « Io te ne voglio di più » « Come fai a dirlo? Lo misuri con il metro? » Lei per tutta risposta, alza la testa dalle mie tette, mi ficca in bocca dieci e più centimetri della sua lingua rigirandola in cerca di qualcosa che non trova. Perché non mi sono staccata da quel risucchio? Perché non l'ho buttata fuori dal letto e giù dalle scale? La novità mi aveva lasciato di sasso, poi più semplicemente, cominciavo a provare gusto. Una remora di femminilità è insorta. « A me piacciono gli uomini, Milena » « Anche a me, Femia » « È da tutta una vita che aspetto il mio principe azzurro, Milena » « Anch'io l’aspettavo, Femia » « Perché l’aspe...